L’Agenzia del farmaco è ad un passo dal dare l’ok per le pillole anti Covid acquistabili in farmacia sotto prescrizione medica.
L’Aifa dovrebbe decidere oggi in merito all’utilizzo semplificato delle pillole anti Covid per i pazienti che rischiano conseguenze importanti. Fino ad ora vari cavilli burocratici hanno bloccato l’accesso agli antivirali ma presto le cose potrebbero essere molto più semplici.
In questo modo i contagiati che manifestano i primi significativi sintomi invece di recarsi in Ospedale potranno curarsi a casa, esattamente come si fa per un’influenza o altre malattie. Gli antivirali in questione vanno assunti entro 3-5 giorni dalla comparsa dei sintomi. Per ottenere le pillole basterà la ricetta del proprio medico di base.
Fino ad ora, invece, la proceduta era ben più lunga. Dopo la prima segnalazione del medico di base era necessaria la prescrizione di uno specialista dell’Ospedale e poi si otteneva la terapia nel centro di riferimento.
L’Agenzia italiana del farmaco si pronuncerà durante la giornata di oggi a seguito della riunione della commissione tecnico scientifica. La strada sembra però già tracciata verso lo sblocco delle procedure di richiesta e utilizzo.
Lo stesso ministro Roberto Speranza si era pronunciato nei giorni scorsi in questa direzione: “Ora che abbiamo più dosi a disposizione vogliamo arrivare a consentire la prescrizione anche ai medici di medicina generale per favorire un accesso più capillare”.
I dettagli sugli antivirali
I lavori per lo sblocco e la semplificazione degli antivirali riguarda due farmaci: il Paxlovid e il Molnupiravir. Il primo è della casa farmaceutica Pfizer e sarebbe efficace fino al 90% per evitare lo sviluppo di forme gravi del virus. Il secondo, invece, è di Msd. Entrambe le pillole sono indicate per pazienti che iniziano a manifestare alcuni sintomi, anche lievi o moderati, che non sono ancora in condizioni critiche da richiedere le cure ospedaliere.
Questi farmaci sono soprattutto indicati per pazienti che hanno già fattori di rischio per il Covid in forma severa. Come spiegato dall’Aifa i fattori di rischio sono: tumore in fase attiva, broncopneumopatia severa, insufficienza renale cronica, immunodeficienza primaria o acquisita, obesità, malattia cardiovascolare grave, diabete mellito non compensato. La durata del trattamento non deve superare i 5 giorni.